
Nella cronaca parlamentare ricorre periodicamente all’attenzione dell’opinione pubblica lo strumento della mozione di sfiducia, previsto dal sistema parlamentare italiano, che consente al Parlamento di manifestare la propria disapprovazione nei confronti dell’operato di un membro del governo (a livello individuale) o contro l’intero esecutivo (a livello collettivo). Si tratta di un atto parlamentare che ha effetti politici e istituzionali.
Fondamenti normativi e regolamentari
Il quadro giuridico che disciplina le mozioni di sfiducia è fornito principalmente dalla Costituzione e dal Regolamento della Camera dei deputati.
L’art. 94 della Costituzione stabilisce che il Governo deve godere della fiducia delle due Camere, e prevede la possibilità di una mozione di sfiducia nei confronti del governo.
L’art. 115 del Regolamento della Camera dei deputati stabilisce che la mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno un decimo dei componenti della Camera, non può essere discussa prima di tre giorni dalla presentazione ed è votata per appello nominale, ovvero ciascun parlamentare esprime pubblicamente il proprio voto.
La mozione di sfiducia al Governo
La mozione di sfiducia rappresenta un atto formale con cui alcuni parlamentari dichiarano la loro mancanza di fiducia nei confronti del Governo. La mozione è considerata approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza assoluta dei membri della Camera o del Senato, che equivale alla metà più uno dei componenti totali. L’approvazione di una mozione di sfiducia segna la fine del rapporto di fiducia tra il Governo e il Parlamento, con la conseguente obbligatorietà delle dimissioni del Governo.
Un punto interessante riguarda la distinzione tra mozione di sfiducia e questione di fiducia. La prima è un’iniziativa parlamentare volta a ritirare la fiducia al Governo, mentre la seconda è uno strumento utilizzato dal Governo per ottenere l’approvazione di una legge ritenuta cruciale, rafforzando così la propria maggioranza parlamentare.
Anche se la Costituzione fa riferimento alla mozione di sfiducia nei confronti dell’intero Governo, è possibile anche presentare una mozione di sfiducia individuale contro singoli ministri. Esaminiamo il funzionamento di questa tipologia di mozione.
La mozione di sfiducia individuale
La mozione di sfiducia individuale permette di mantenere il rapporto di fiducia tra il Parlamento e il Governo, mirando a censurare l’operato di un singolo Ministro.
Va precisato che, mentre la Costituzione si riferisce esclusivamente alla sfiducia nei confronti dell’intero Governo, la possibilità di sfiduciare singoli Ministri è diventata una pratica consolidata solo negli ultimi decenni. In base all’art. 115 del Regolamento della Camera, la disciplina applicabile alla mozione di sfiducia individuale è la stessa prevista per la sfiducia nei confronti dell’intero Governo.
Effetti della mozione di sfiducia
Nel caso in cui la mozione venga approvata, il ministro o il governo sono tenuti a rassegnare le dimissioni. La sfiducia, quindi, non è un atto formale privo di effetti, ma comporta una vera e propria cessazione dell’incarico, salvo che il Presidente della Repubblica non decida di non accogliere le dimissioni e proceda a un altro tipo di soluzione (come il rinnovo del governo o la formazione di un nuovo esecutivo).
Conclusioni
Le mozioni di sfiducia sono quindi uno strumento cruciale nell’ordinamento parlamentare italiano, che consente al Parlamento di esercitare un controllo diretto sull’operato dell’esecutivo. La procedura, disciplinata dal Regolamento della Camera, garantisce che il processo sia trasparente e conforme alla costituzione, tutelando il principio della responsabilità del governo nei confronti del Parlamento.